giovedì 29 ottobre 2009
ProgettiamoCi: approfondimenti sulla manifestazione
martedì 27 ottobre 2009
martedì 29 settembre 2009
ProgettiamoCi
Igdo, memorie: letture di Shanna Rossi
ADRIANO BONO & LA MINIMA ORCHESTRA
lunedì 13 luglio 2009
Bilancio Partecipato 2009
Alla fine della conferenza
Ciampino: bilancio partecipato, la parola al pubblico
Simpatico siparietto alla fine dell'incontro: si dichiara chiusa la conferenza di presentazione e i cittadini "insorgono" per avere la parola. Nel frattempo il sindaco Perandini fugge per un improvviso impegno
«Serve più chiarezza sull'informazione e sulle questioni di metodo da parte del comune: solo casualmente ho scoperto il bilancio partecipato!» ha sottolineato Carlo Cefaloni, esponente dell'associazione cittadina Igdolab. «È un elemento positivo la sollecitazione dei cittadini ad una maggiore trasparenza delle istituzioni. È segno di grande partecipazione» ha detto Nieri
Marco Montini
(Ciampino - Attualità) - La conferenza ha visto come protagonista un finale inaspettato. Sono le 8 quando, forse per la fame o forse per la stanchezza, i relatori dichiarano chiuso l'incontro. Ed è lì che comincia il simpatico siparietto. I cittadini, memori di quanto detto sul bilancio partecipato, ricordano agli ospiti che ora è il loro turno, per fare spazio alle domande ed ai dubbi di ogni sorta. Le reazioni sono molteplici: il primo cittadino Perandini si dilegua in silenzio per improvvisi impegni, Nieri accoglie con entusiasmo le richieste del pubblico e si rimette seduto sulla propria sedia, promettendomi di rinviare a più tardi l'intervista. L'assessore Lupi fa lo stesso.
Nasce, quindi, un secondo dibattito, dove i residenti esternano le proprie critiche. C'è chi, come l'esponente dell'Igdolab Carlo Cefaloni, accusa il comune di mancanza di chiarezza e questioni di metodo limpide («io sono stato informato casualmente da un manifesto»), altri spiegano a Neri che l'amministrazione è poco presente tra le consulte giovanili. Altri ancora, invece, pur lodando l'iniziativa del laboratorio di iniziativa diretta, propongono di rovesciarne il meccanismo: «Invece di far dire ai cittadini cosa vogliono, non sarebbe più opportuno che siate voi ad elencare con chiarezza di informazione le esigenze della nostra città?»
Pronte le repliche dei personaggi istituzionali. Il diretto in causa, Simone Lupi, si dice d'accordo con la proposta cittadina, ma allo stesso tempo spiega come questa sia solo una conferenza introduttiva sull'argomento e che «nelle prossime assemblee saranno esposti metodi più chiari e diretti sulla partecipazione popolare, come d'altronde in linea con il programma elettorale del sindaco». L'assessore regionale, invece, si mostra entusiasta della tirata di orecchie del pubblico e risponde con sincerità: «Sono felicissimo di tutto questo, è dimostrazione di positività la sollecitazione ad una maggiore partecipazione dei cittadini e a una trasparenza dell'amministrazione comunale». Poi precisa: «È logico che per intervenire bisogna conoscere». Come a dire, «tu, amministrazione, devi lavorare per una comunicazione ad ampio raggio, e tu, cittadino, cerca di crearti una coscienza politica, che ti permetta di affrontare con razionalità le esigenze della tua collettività».
Pubblicato il: 10.07.2009
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martedì 7 luglio 2009
Assemblea Bilancio Partecipato 9 luglio
sabato 27 giugno 2009
Commento sul convegno del 18 giugno
Vorrei riproporre, a commento, quanto esposto sinteticamente nel corso del mio intervento durante l’assemblea cittadina del 18.6. 2009.
Certamente è importante avere optato, in considerazione delle mutate condizioni ambientali, per il superamento della realizzazione di un nuovo complesso a valenza prevalentemente commerciale. A fronte di tale nuova impostazione, sembra utile considerare l’opportunità di una nuova e “alta” destinazione della struttura, in ragione delle più moderne esigenze collettive, non solo della città di Ciampino ma anche di quelle nazionali e, probabilmente, internazionali.
Le circostanze sono favorevoli alla definizione di un progetto che, nella salvaguardia della connotazione architettonica dell’IGDO, collochi la città come polo di eccellenza nell’ambito della ricerca e dello sviluppo tecnologico (ad es.quello applicato alla difesa ambientale). E’ possibile, oggi più di ieri, affermare che le future generazioni troveranno nella conoscenza il loro futuro. La competitività delle città è nella ricerca e nella promozione d’innovazioni. Conteranno le imprese che sapranno produrre in maniera innovativa, ma queste dovranno essere supportate da enti di studio e di ricerca al passo con i tempi. A mio avviso, è possibile ripensare alla destinazione d’uso della struttura IGDO in un rapporto sinergico tra cultura, imprenditoria e ricerca. Con questa impostazione la città di Ciampino, ora famosa nel mondo per gli arrivi e le partenze delle autorità nazionali e internazionali ma, sopratutto, per l’elevato inquinamento ambientale derivante dalla quantità del traffico aereo che la sommerge, potrebbe essere ricollocata, invece, nella “società della conoscenza” immaginata dal programma di Lisbona per l’Europa.
In contemporanea alle azioni di tutela giudiziaria degli interessi collettivi, la struttura IGDO e la città potrebbero essere inserite nelle reti didattiche e di ricerca secondo gl’indirizzi comunitari. Tematiche, queste, che saranno l’oggetto del maggiore impegno del nuovo Parlamento europeo.
Un progetto così finalizzato potrebbe portare, almeno, i seguenti vantaggi:
a. Dare un più cospicuo sostegno alle ragioni di tutela del patrimonio immobiliare dell’IGDO come struttura al servizio d’interessi collettivi;
b. Reperire più facilmente finanziamenti per l’acquisto o, quantomeno, l’esercizio delle attività di ricerca e di formazione, presso le industrie, nell’ambito nazionale e nei programmi di sviluppo predisposti a livello comunitario;
c. Promuovere attività produttive e commerciali indotte, capaci di allargare l’offerta di lavoro ai giovani della città e delle aree circonvicine;
d. Favorire il coinvolgimento degli interessi della cittadinanza su un progetto di elevato prestigio internazionale.
Alla luce di quanto fin qui detto, assume particolare rilievo la proposta formulata dal Prof. Francesco Spataro, nel corso del suo intervento, di predisporre, per le prossime occasioni d’incontro, la partecipazione di autorità del mondo della cultura e, soprattutto, del mondo universitario, a cominciare dall’Università di Tor Vergata, per studiare un percorso volto alla definizione di un progetto condiviso, con gli obiettivi brevemente esposti.
Antonio Dentato
venerdì 26 giugno 2009
COMUNICATO STAMPA SUL CONVEGNO
IGDO quale futuro? Per non cedere di nuovo il centro di Ciampino agli interessi di pochi promosso dal Coordinamento IGDOLAB
Ciampino, Sala Consiliare “P.Nenni”-18.06.2009
Luciano Marchetti, Direttore Regionale della Soprintendenza, ha inviato una nota per comunicare ufficialmente la volontà della Direzione Regionale di ricorrere al Consiglio di Stato contro l’ultima sentenza del TAR che annulla l’avvio del procedimento di vincolo.
L’assessore Zaratti, anch’egli assente, comunica il pieno sostegno all’iniziativa e l’impegno del proprio assessorato a farsi parte attiva. Assenti il Sindaco, per un improvviso impegno di carattere personale e gran parte della Giunta, fatta eccezione per il Vicesindaco Lavagnini, l’Assessore alla Cultura Testa e il Presidente del Consiglio Comunale Giglio. Da sottolineare l’incomprensibile assenza degli assessori all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici, i più direttamente coinvolti dal tema del dibattito.
PD e PDL erano assenti. Hanno presenziato esponenti di Sinistra e Libertà, Rifondazione Comunista, UDC e Italia dei Valori, che probabilmente elaboreranno mozioni in consiglio comunale.
- Il Comune,
- Il Comune intende avviare il laboratorio di progettazione partecipata?
- Il Comune intende procedere ad una nuova variante urbanistica per il cambio di destinazione d’uso da servizio privato a servizio pubblico dell’area ex-IGDO?
Tali quesiti restano ancora inevasi a distanza di due anni dalla nostra proposta. Le risposte sostanzialmente affermative espresse dal Vicesindaco Lavagnini appaiono come posizioni personali e della sua parte politica, piuttosto che meditate scelte condivise dal resto della Giunta. Non risulta infatti che sia stata avviata in proposito alcuna riflessione comune su proposte e prese di posizione concrete. La maggioranza dei nostri amministratori appare piuttosto disorientata e incapace di affrontare unitariamente la situazione.
Dobbiamo ancora lavorare molto per la condivisione piena del metodo, coscienti di trovarci davanti un percorso di costruzione ancora lungo e complesso, per ciò che riguarda il ribaltamento dei meccanismi decisionali.
Ciampino, 25 giugno 2009
Il Coordinamento IGDOLAB
CONSIDERAZIONI E APPROFONDIMENTI SUL CONVEGNO
IGDO quale futuro? Per non cedere di nuovo il centro di Ciampino agli interessi di pochi promosso dal Coordinamento IGDOLAB
Ciampino, Sala Consiliare “P.Nenni”-18.06.2009
Il fattore positivo e non comune della iniziativa è stato quello di riuscire a generare spazi di dialogo sulla città dove emergono ricchezze ed esperienze di percorso personali. Questo il valore politico che fonda la partecipazione e la convivenza stessa e che può solo intimorire davvero chi detiene il potere sulla “ggente” anonima e chiusa nella cura del particolare. Abbiamo scoperto che un gruppo di persone comuni che fanno atto di presenza nella distribuzione di volantini anomali fa avvicinare persone che ti raccontano la loro vita e le loro esigenze. Abbiamo registrato un confronto positivo anche da chi non poteva partecipare: per questo è importante esibire segni di presenza riconoscibili sul territorio che rafforzino questa convinzione o almeno intuizione.
Abbiamo cercato di avere come interlocutori figure istituzionali che per funzione e storia politica dovrebbero essere un alleato nella difesa di un bene comune. Di fatto, a prescindere dalle intenzioni personali, abbiamo visto che questi interlocutori non “possono” farlo. Far uscire dall’oscurità questi motivi sarebbe già un buon risultato.
I luoghi decisionali sono altri e ci sfuggono. A questo punto, tanto varrebbe convocare pubblicamente i “dominus” e chiedere loro, ad esempio: Assessore Astorre, Onorevole Rugghia e Onorevole Ventucci, Sindaco Perandini, che intenzioni avete? Non c’è più il progetto originario, la partecipazione sapete come gestirla in maniera utile al consenso, quale è la ipotesi su cui state lavorando?
Il “core business” di questa amministrazione e dell’opposizione, che gestiscono trasversalmente il territorio, lo abbiamo visto all’opera plasticamente all’inaugurazione della porzione di IGDO ancora di proprietà ecclesiastica: in clima cerimoniale hanno rievocato orgogliosi la concordia nel dirottare fondi pubblici verso il restauro effettuato a tempo di record. Sono quelli che convocano primarie di 2000 persone e cene altrettanto affollate e fanno scrivere migliaia di volte nomi di sconosciuti sulle schede elettorali per contarsi internamente.
Tra i pochissimi che hanno accettato il confronto, il Presidente del Consiglio Comunale Giglio ripropone all’attenzione il problema della tutela della proprietà privata, contro il presunto dissesto finanziario del comune che seguirebbe ad un’eventuale acquisizione del manufatto. Si paventano inoltre ritorsioni legali se si dovesse formalizzare concretamente il superamento della variante approvata. La sua proposta è di indire un referendum, in cui si chiederebbe ai ciampinesi se abbiano voglia o meno di indebitarsi per l’acquisizione dell’area (!!)
Noi pensiamo che la via referendaria in materia urbanistica (comunque non percorribile con l’attuale statuto) sia una comoda scorciatoia per far approvare quanto già deciso in altri luoghi, come nelle primarie predeterminate: volete A, B o C? Riteniamo che questo semplificato modello partecipativo possa facilmente tramutarsi in una farsa, tradendo, al di là dell’assunto, il valore democratico della consultazione.
Ben altra strada è quella che proponiamo con il Laboratorio di Progettazione Partecipata, ma a quanto pare, per chi ama le “semplificazioni” è una strada indigesta: troppo difficile (pericoloso?) ascoltare, informare, coinvolgere i cittadini, aprire a loro spazi di decisione.
Non abbiamo mai ritenuto che il problema dell’acquisizione delle risorse sia questione trascurabile, ma pensiamo che, invece di ricorrere ad espedienti fuorvianti, sia opportuno mettere in campo azioni costruttive ed attivare tutte le sinergie possibili tra i diversi enti e risorse pubbliche. Siamo certi che la salvaguardia del monumento e la sua utilizzazione a fini pubblici, possano e debbano costituire occasione di valorizzazione della città e delle sue risorse. Solo in questo modo si potrà giungere ad una soluzione economicamente accettabile, sia per la proprietà che per la comunità. L’acquisizione del bene, al di là delle più convenienti forme per farlo, si impone già oggi, dato che
Se anche ci fosse un nocumento della proprietà privata (piuttosto difficile da dimostrare dopo 15 anni di inerzia che hanno danneggiato al contrario la popolazione che non ha usufruito delle sistemazioni promesse) interviene a sua tutela il risarcimento pubblico.
Abbiamo tutti davanti agli occhi il risultato dell’acquisizione della Cantina Sociale, oggi ritenuta un bene pubblico fondamentale, acquisita ad un costo allora considerevole per il quale il Comune non è assolutamente andato in dissesto finanziario.
L’amministrazione comunale ha mostrato in passato grande disinvoltura concordando con la proprietà la variante di mutamento da servizio pubblico a privato, ma appare ora intimorita quando si tratta di invertire la rotta.
La politica coltiva con grande cura l’arte del temporeggiare, ossia la consolidata capacità di lasciar passare il tempo fingendo di affrontare i problemi, ma siamo sempre più convinti che i cittadini abbiano il diritto-dovere di intervenire per chiedere decisioni e azioni coerentemente consequenziali ai proclami e alle buone intenzioni espresse in pubblico.
Fin dall’inizio di questo percorso, siamo stati consapevoli che la questione IGDO non poteva essere trattata come una cosa a sé stante rispetto al resto della città. E’ luogo simbolo che permette di svelare e interpretare, per il suo valore di elemento fondante e per le conseguenze indotte, tutto il resto dell’urbanistica, facendoci vedere spazi e realtà che si sottraggono al nostro sguardo abituale: il caso dei centri commerciali, almeno tre, che hanno costituito oggetto di dibattito tra gli addetti del settore, nella sostanziale ignoranza dei cittadini, è emblematico.
Ciampino, 25 giugno 2009
venerdì 19 giugno 2009
Il convegno del 18 giugno
Convegno sulla questione dell’ex Collegio del S. Cuore promosso da IGDOLAB
Un bene al servizio della città
I cittadini convinti della salvaguardia del complesso architettonico
L’Amministrazione si impegna in tale direzione
LA PARTECIPAZIONE
Il convegno di giovedì 18 giugno ha registrato un elemento importante: la massiccia partecipazione cittadina.
Nella sala “Pietro Nenni”, solitamente occupata dai membri del Consiglio comunale per le proprie assemblee e da pochissimi spettatori, in un caldo ed afoso pomeriggio di inizio estate si è radunata una folla considerevole. La stima indica almeno un centinaio i presenti.
Tra questi tanti cittadini, ma anche esponenti di partito, autorità religiose ed istituzionali. In un elenco di certo non esaustivo – e di cui chiediamo scusa per involontarie omissioni – troviamo gli assessori Lavagnini e Testa, il presidente del consiglio Giglio, vari consiglieri comunali tra cui Addessi, Pierantonio, Piantadosi e Fuiano, esponenti politici di diversa estrazione tra i quali Alessandro Porchetta,
Alcuni di loro sono poi intervenuti direttamente nel dibattito, esponendo le proprie posizioni.
Nella sala consiliare, nonostante il caldo torrido ed un’afa crescente per la mancanza di un impianto di condizionamento (si spera i fondi di bilancio futuri consentano la soluzione del problema), la gente è rimasta al proprio posto, occupando gli spazi disponibili, seduti o in piedi, per la durata dei lavori. Durata considerevole, tenuto conto che i microfoni si sono accesi intorno alle 18 e 15 e la sala si è svuotata oltre le ore 20 e 30.
La manifestazione ha segnato, insomma, un punto a favore della elaborazione, lunga, travagliata e sofferta, di una vero e proprio processo di democrazia partecipata.
GLI INTERVENTI
Al tavolo della presidenza alcuni rappresentanti di IGDOLAB – soggetto collettivo che raggruppa numerose associazioni operanti nel territorio – promotore ed organizzatore del convegno.
In apertura Silvio Sinibaldi, dopo i saluti, ha ricordato le precedenti iniziative tese a sensibilizzare l’opinione pubblica ed i soggetti istituzionali interessati sull’annosa e spinosa questione dell’IGDO.
Focalizzando quest’incontro, dal tema IGDO quale futuro? Per non cedere di nuovo il centro di Ciampino agli interessi di pochi, si è ricordato che la città rischia di vedersi cementificato ogni spazio residuo, con il ritorno di progetti di demolizione dell’area per scopi commerciali.
Vi è, invece, la necessità – come recita la locandina del convegno – di valorizzare un luogo di identità collettiva e sostenere una partecipazione popolare alle decisioni sul centro abitato.
Gli interventi dei rappresentati Igdolab Francesco Riccobene (Comitato Pro-Igdo), Stefano Mercurio (Teresio Olivelli) Cinzia Casalvieri (NAC - Nucleo Architetti Ciampino), Vito Cosentino (Legambiente) hanno illustrato i vari aspetti della problematica, dal valore storico dell’area, alla questione TAR, alle ragioni fondanti della partecipazione, all’idea di laboratorio che, proposta da Igdolab è stata recepita dalla Giunta Municipale (delibera del 4 gennaio 2008).
Autorevole ed apprezzato, poi, l’intervento di Franco Medici, di Italia Nostra regione Lazio, che ha ben messo in evidenza la peculiarità e l’importanza di questo sito al centro della città. Sito che assolutamente deve essere salvaguardato e valorizzato.
La scaletta dei lavori prevedeva, a questo punto, un confronto diretto con le varie Istituzioni invitate: Regione Lazio, Provincia di Roma, Comune di Ciampino, Sovrintendenza regionale ai beni culturali.
Per tutta una serie di motivazioni – più o meno verosimili – il solo Ente presente in sala è risultato essere il Comune, nella persona del vice sindaco Lavagnini.
La cronaca registra, per la verità, anche la fugace apparizione del sindaco Perandini il quale, avvicinatosi al tavolo della presidenza, ha espresso il proprio rammarico di non poter restare ai lavori per impellenti impegni.
Il dibattito, nonostante tutte queste assenze, si è comunque svolto in maniera equilibrata e con l’apporto di un buon numero di persone che hanno chiesto ed ottenuto di dire la propria.
L’economia di spazio non consente il resoconto dettagliato e ci limitiamo qui di seguito a fornire quelle che sono le indicazioni di massima scaturite al termine dei lavori.
A margine ricordiamo che gli organizzatori del convegno hanno predisposto una corposa cartella contenente gran parte della documentazione fin qui prodotta: abbiamo riscontrato una quarantina di titoli, segno di un lavoro di ricerca e proposta veramente imponente. Purtroppo, l’elevato numero di partecipanti, non ha consentito la distribuzione capillare della documentazione. I rappresentanti di Igdolab, comunque, hanno voluto precisare che quanti fossero interessati al riguardo si possono mettere in contatto per ricevere il materiale e per eventuali altre esigenze.
LO SCENARIO FUTURO
Il vice sindaco e assessore all’ambiente Lavagnini, prendendo la parola, ha detto alcune cose fondamentali.
Innanzitutto ha ricordato come oramai l’Amministrazione comunale, con un atto pubblico espresso in consiglio nel giugno dello scorso anno, sotto la pressione delle associazioni culturali riunite in Igdolab, sia addivenuta alla convinzione che l’attuale progetto di variante dell’area Igdo è superato alla luce delle mutate condizioni urbanistiche e sociologiche della città.
Prima – e ci riferiamo ad una quindicina di anni fa - c’era forse meno coscienza del valore storico dell’ex collegio del S. Cuore (l’Igdo). Oggi questa consapevolezza è cresciuta fortemente nella popolazione ed è giusto e doveroso che chi amministra se ne faccia carico.
La novità più importante del suo discorso è questa: l’Amministrazione è in contatto con la SICIET (la proprietaria del complesso) e si ipotizzano possibilità di trattative per la cessione dell’area.
In altre parole – vuoi anche per l’intricato iter del progetto precedente, ostacolato da ricorsi al TAR, apposizione di vincoli, reiterazioni e dichiarata volontà di ricorso finale al Consiglio di Stato – la proprietà privata sta evidentemente aprendo a soluzioni diverse.
E, e qui sta la novità forte della quale non possiamo che compiacerci visto che sulle colonne del nostro giornale avevamo con forza portato avanti la tesi, il Comune comincia a prendere in considerazione questa possibilità. Si prevedono prossimamente, come ci ha riferito l’assessore Lavagnini, incontri in tal senso.
Preso atto del nuovo corso (che si auspica non solo a parole ma suffragato da atti concreti), la prospettiva che si apre ora offre scenari potenzialmente positivi per una migliore vivibilità del centro storico e di conseguenza del nostro territorio tutto.
mercoledì 10 giugno 2009
Per non cedere di nuovo il centro di Ciampino agli interessi di pochi.
Mentre ogni spazio residuo di territorio rischia di essere cementificato, sul complesso dell’ex Igdo,
un ettaro e mezzo al centro della città,
ritornano in forze disegni di demolizione per scopi commerciali
Per valorizzare un luogo di identità collettiva e sostenere una reale partecipazione popolare alle decisioni sul centro abitato
Il Coordinamento di associazioni cittadine IGDOLAB
Promuove
Incontro pubblico dibattito
SONO INVITATI A PARTECIPARE
LA CITTADINANZA TUTTA
COMUNE, PROVINCIA, REGIONE, SOPRINTENDENZA
18 giugno 2009 ore 18.00,
presso
via 4 Novembre Ciampino
Igdolab
Associazione AVIOS-Associazione Bottegas-gas Ciampetto Associazione Colibrì - Comitato Pro-Igdo- Associazione Italia Nostra Castelli-Associazione
martedì 9 giugno 2009
Ultima chance per un centro storico vivibile
da "Anni Nuovi" giugno 2009
Questione IGDO
Per una città di quarantamila abitanti, stretti in undici kmq, priva di ampi spazi a verde, la fruibilità del proprio centro storico è un aspetto di primaria importanza.
Vivibilità del centro urbano che significa, innanzitutto, possibilità di muoversi a piedi, relazionarsi agevolmente, utilizzare strutture di pubblica utilità.
Godibilità di un luogo, insomma, costruita su un uso del territorio a misura d’uomo, fuori dagli schemi di un ingannevole progresso che, sotto l’aspetto del benessere, sta evidenziando tutte le sue deficienze.
Rumore, smog, traffico caotico, tempi della città scanditi da mal costruiti programmi di lavoro, sono la sommatoria di una qualità della vita assai scarsa, di cui tutti noi soffriamo giorno dopo giorno.
Questa premessa, forse un po’ lunga, ma che ci sembra necessaria, per spiegare le ragioni del nostro “accanimento” sulla questione IGDO.
Di frequente abbiamo trattato sulle colonne di questo giornale tale tema.
In effetti il complesso del collegio delle Ancelle del Sacro Cuore, sorto negli anni Venti del secolo scorso, ed oggi meglio conosciuto come IGDO (Istituto Gesù Divin Operaio) da più parti è, giustamente, considerato un elemento essenziale nel contesto urbano.
Attualmente in uno stato di completo abbandono, da tempo è oggetto di proposte per un suo pieno recupero. Proposte di vario genere, spesso però dettate da intenzioni speculative. Di fatto è tutto fermo, e forse ciò non è l’aspetto peggiore, nel senso che almeno si è evitato di creare ulteriori danni su danni.
Sul numero di maggio abbiamo stimolato nuovamente la discussione proponendo, quali possibili esempi di recupero urbanistico, il palazzo Doria di Valmontone ed il palazzo Altemps di Monte Compatri, un tempo fatiscenti edifici inutilizzati ed oggi entrambi rinati a nuovo splendore e nuova vita.
Ci siamo detti: perché non può succedere anche nel caso del nostro IGDO? Ed abbiamo un po’ scherzato, ripetendo il vecchio detto: non c’è due senza tre.
Tanto scherzo poi non dovrebbe apparire e ci spieghiamo.
E’ fresca la notizia che il tre è già uscito.
In questi giorni è stata siglata un’intesa tra la Provincia di Romaed il Comune di Castelnuovo di Porto sull’utilizzo del Palazzo Ducale – Rocca Colonna.
In virtù di questo protocollo il Comune di Castelnuovo, proprietario del complesso, trasferirà all’interno del maniero la biblioteca e l’archivio comunale, mentre l’Università di Roma Tre si farà promotrice di laboratori, workshop, seminari e convegni, anche di livello internazionale.
A costo di apparire pedanti, rilanciamo lo stimolo ad attivarsi per una soluzione il più largamente condivisa dalle forze politiche, ma soprattutto partecipata da larghi strati della popolazione, in forma singola od associata che sia, sulla questione IGDO.
Se l’Amministrazione comunale, magari interfacciandosi con la Provincia, la Regione, le Università, altri Enti ed Istituzioni, ci mette del suo; se le forze politiche fanno altrettanto; se, infine ma non ultimo per importanza, la cittadinanza si mobilita convinta del valore della propria partecipazione al governo della vita pubblica, se tutto ciò avviene, la speranza sarà grande.
Per il centro storico di Ciampino è l’ultima chiamata in fatto di sostenibilità ambientale.
Se anche la superficie limitata dal quadrilatero Piazza della Pace - via Due Giugno – via Col di Lana – via Pignatelli sarà appannaggio di quanti spingono in direzione di interessi speculativi, veramente si completerà il disegno di una città sfruttata, deturpata, ai limiti della invivibilità.
Deve crescere la consapevolezza che siamo “anche noi” soggetti del nostro futuro.
L’Igdo come i Palazzi Doria e Altemps
da "Anni Nuovi" maggio 2009
E’ recente la notizia che, grazie ad un contributo regionale, il Palazzo Altemps di Monte Compatri tornerà a nuova vita. Questo edificio, nel cuore del centro storico della cittadina castellana, è uno splendido esempio di costruzione del 1500, che arricchisce il borgo medievale. Dopo vari passaggi di proprietà, a partire dai Colonna, tempo addietro il palazzo è stato acquistato dal Comune, ma, in pratica, ha vissuto uno stato di pressoché totale abbandono. Oggi, appunto con il finanziamento della Regione Lazio, inserito in un programma di recupero di edifici pubblici nei centri storici, palazzo Altemps potrà beneficiare di lavori di ristrutturazione e di razionalizzazione delle superfici, permettendo così, a progetto eseguito, di disporre di aree fruibili dalla cittadinanza.
A Valmontone, ridente cittadina situata lungo l’alta valle del Sacco, si erge, accanto la Collegiata dell’Assunta che ricorda architettonicamente la capitolina Trinità dei Monti, il palazzo Doria Pamphili. L’edificio, sorto sulle rovine dell’antico castello Sforza, completato nel 1670 circa, ha ospitato molte famiglie illustri, per accogliere da ultimo la popolazione sfollata a seguito dei bombardamenti del secondo conflitto mondiale fino gli anni ’70. A seguito di ciò, il complesso monumentale venne a trovarsi in uno stato deplorevole, fino al 1987, anno in cui, in virtù di un protocollo di intesa stilato dal Comune di Valmontone, il palazzo è stato destinato all’Università di Roma La Sapienza”, che occupa al piano terra, da qualche tempo, alcuni uffici del CIRPS – Centro Interuniversitario di Ricerca sui Paesi in via di Sviluppo. Inoltre, l’Amministrazione comunale, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Roma, sta portando avanti un’azione di recupero dell’edificio, in particolare del ciclo pittorico del piano nobile. Nella prestigiosa sede del Palazzo Doria, poi, si trova il museo archeologico di Valmontone, aperto grazie ai contributi della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio e della Società Treno Alta Velocità.
Perché, si chiederà il lettore a questo punto, Anni Nuovi, testata locale che tratta gli aspetti e la vita esclusivamente legati al territorio ciampinese, ci ha proposto queste due realtà.
La risposta, in positivo, può darla il celebre detto: non c’è due senza tre. Più volte, dalle colonne del nostro giornale, ci siamo occupati della questione IGDO. Abbiamo seguito, passo dopo passo, la complicata e sofferta storia di questo magnifico complesso edilizio che sorge nel cuore della città, fondamentale esempio di radice storica del luogo. Non vogliamo stare qui a ripeterci su tante cose dette (e purtroppo poche cose fatte da parte di chi ha o dovrebbe avere autorità per fare).
Abbiamo voluto portare degli esempi, da due cittadine che stanno ai nostri confini, che molto meglio di tanti commenti e considerazioni esprimono la possibilità di trovare soluzioni idonee al bene dell’intera cittadinanza. Il germe della speculazione, sovente, alimenta pratiche dannose. E, in casa nostra, non pochi fastidi abbiamo già avuto modo di sperimentare. Monte Compatri e Valmontone hanno avuto la capacità di indirizzare le loro energie nella giusta direzione.
Perché non anche a Ciampino? L’acquisizione al patrimonio pubblico dell’area compresa fra via Due Giugno, via Col di Lana e via Pignatelli dovrebbe essere il primo passo concreto. Non è, sotto il profilo economico, un’utopia: con i problemi legati ai vincoli ed alle ultime deliberazioni del Consiglio comunale, l’attuale proprietario non può sperare in profitti spropositati Lo sforzo economico municipale legato al recupero dell’ex Cantina Sociale è già in via di superamento. Dopo la Cantina, l’IGDO potrebbe essere il giusto proseguimento nella valorizzazione del proprio tessuto urbano centrale. Sappiamo che le associazioni culturali operanti sotto l’egida di IGDOLAB (Colibrì, Nucleo Architetti Ciampino, Legambienteciampino, ProIgdo e Teresio Olivelli) stanno continuando la loro battaglia in difesa del bene comune.
E’ la nostra stessa volontà, e speriamo che crescano le forze di quanti hanno veramente a cuore una Ciampino bella da vivere.